Hillbrow: la mappa (“Benvenuti a Hillbrow”, di Phaswane Mpe, estratto dal primo capitolo)

Benvenuti a Hillbrow (Phaswane Mpe)

Hillbrow: la mappa

Se tu fossi ancora vivo, Refentše, ragazzo di Tiragalong, saresti felice della sconfitta dei Bafana Bafana contro la Francia nella Coppa del mondo di calcio del 1998. Ovviamente tu la squadra la sostenevi. Ma almeno ora non proveresti fastidio nell’andare al tuo appartamento attraverso le strade di Hillbrow – località grande poco più di un chilometro quadrato secondo i registri ufficiali, ma secondo i suoi abitanti grande almeno il doppio e brulicante di gente. Ricorderesti l’ultima occasione quando nel 1995 i Bafana Bafana vinsero contro la Costa d’Avorio e nella loro esultanza le persone di Hillbrow lanciarono dai loro balconi bottiglie di ogni tipo. Pochi arditi, vantandosi di una serie di abilità al volante, facevano roteare e volteggiare le loro macchine per le vie, facendo circoli e inversioni a U su tutta la carreggiata. Ti ricorderesti la bambina, di circa sette anni o giù di lì, che fu investita da una macchina. Le sue urla a mezz’aria ancora risuonano nella tua memoria. Quando sbatté sul marciapiede di cemento di Hillbrow, le sue urla morirono con lei. Un giovane che stava proprio dietro a te urlò: «Uccidi quel bastardo!»

Ma l’autista se ne era andato. La polizia stradale, arrivata pochi minuti dopo, si limitò a verificare che l’arresto era sfumato. Molti, dopo un momento silenzioso di stupore per le gravi conseguenze della vittoria calcistica, ripresero a cantare la loro canzone: Shosholoza… suonavano le sue melodie da Wolmarans Street, sull’orlo del centro di Johannesburg, in cima alla Clarendon Place, al limite del tranquillo sobborgo di Parktown. Shosholoza… copriva i singhiozzi soffocati della madre della bimba deceduta.

Benvenuti a Hillbrow…

Il tuo primo ingresso a Hillbrow, Refentše, era il punto di arrivo di molte strade convergenti. Non ricordi dove il cammino ebbe inizio. Ma sai anche troppo bene che le storie dei migranti avevano parecchio a che fare con tale inizio. Dal tempo in cui lasciasti la scuola superiore per giungere all’Università del Witwatersrand, all’alba del 1991, sapevi già che Hillbrow era un mostro, che minacciava i suoi vicini come Berea e il centro di Johannesburg, e che grandi compagnie lungimiranti erano in procinto di abbandonare il centro, puntando verso sobborghi del nord, come Sandton. Era tuttavia difficile resistere al richiamo del mostro; Hilllbrow aveva inghiottito molti dei bambini di Tiragalong, convinti che la Città dell’Oro rappresentasse per loro una grande opportunità di carriera. Una delle storie che ricordi in modo vivido era quella di un giovane morto di uno strano male nel 1990, quando tu ti stavi immatricolando. I migranti dissero che poteva solo essere stato l’AIDS. Del resto, non era stato visto vagare per i bordelli e gli sporchi pub di Hillbrow?

Mentre i suoi poveri genitori pensavano che egli stesse lavorando giù in città, a guadagnarsi un sacco di farina di granoturco da mandare alla fattoria per tutti quanti. I migranti, che per lo più lo consideravano un fratello ostinato, che si era ammalato perché si turava le orecchie con gomma da masticare mentre loro gli davano consigli, dicevano anche che egli era stato spesso visto con donne Makwerekwere, abbarbicate alle sue braccia e intente a riempirlo di baci zuccherini, che avrebbero di certo distrutto qualsiasi uomo, tanto più un giovane sensibile come lui.

Morì, povero ragazzo; di cosa di preciso, nessuno lo sapeva. Ma a Hillbrow si diffusero strani mali, che come Tiragalong sapeva bene, potevano solo significare AIDS. Questo AIDS, secondo le convinzioni del popolo, era causato da germi stranieri arrivati dalle zone centrali e occidentali dell’Africa. Più precisamente, certi articoli di giornale attribuivano l’origine del virus che causava l’AIDS a una specie chiamata Scimmia Verde, la cui carne veniva mangiata da certe popolazioni in alcune zone dell’Africa occidentale, che per questo contraevano il male. I migranti (che a Tiragalong erano fonti autorevoli di informazione su tutte le questioni importanti) dedussero da questi articoli di giornale che la via di accesso dell’AIDS a Johannesburg passasse attraverso le Makwerekwere; e Hillbrow fosse il santuario in cui le Makwerekwere si beavano.

Taluni si spinsero addirittura oltre, sostenendo che l’AIDS era causato dal bizzarro comportamento sessuale degli abitanti di Hillbrow.

Come poteva un uomo far sesso con un altro uomo? Volevano sapere.

Quelli che sostenevano di esserne informati – sebbene nessuno questo tipo di sesso potesse ammettere di averlo visto o praticato di persona – dicevano che si faceva per via anale. Spiegavano anche come era fatto – come i cani – per il disgusto della maggior parte delle persone di Tiragalong, che insistevano che l’oscenità e il sesso dovessero essere due cose separate.

I più si chiedevano se non fosse proprio l’escremento che peni avidi e imprudenti succhiavano fuori da ani egualmente bramosi, a far insorgere queste terribili malattie.

Tali erano le storie scandalose che giravano tra le chiacchiere informali degli immigrati.

Per le notizie formali c’era Radio Lebowa – ora Thobela FM – che ogni ora trasmetteva informazioni su furti di auto e sparatorie tra rapinatori e la Squadra Omicidi e Rapine di Johannesburg. Cinque uomini trovati con le costole squarciate da ciò che sembrava esser stato un coltello da macellaio… Due donne stuprate e poi uccise in Quartz Street… Tre nigeriani sfuggiti all’arresto all’Aeroporto Jan Smuts per traffico di droga erano infine stati arrestati in Pretoria Street… Bambini di strada, ubriachi di colla, brandy e di visioni selvagge di se stessi come guidatori in eccesso di velocità dei film di Hollywood, lanciavano le loro macchine costruite con fili di metallo attraverso i semafori rossi, rappresentando una crescente minaccia per chi guidava a Hillbrow, soprattutto in prossimità di Banket e Claim Streets… Almeno otto persone morte e tredici seriamente ferite quando le celebrazioni per il Capodanno presero la forma di torrenti di bottiglie che sgorgavano da nubi incombenti costituite dai balconi delle case. Gli uomini che si avventuravano dalle parti dell’angolo di Quartz e Smit Streets furono avvisati di fare attenzione alla minaccia di prostitute sempre più aggressive… si diceva che alcuni fossero stati stuprati lì di recente…
Benvenuti a Hillbrow…

E, naturalmente, la televisione aggiungeva il suo colore ai frammenti delle notizie radio. Il crimine diventava glamour sugli schermi e i rapinatori venivano descritti come se fossero star del cinema. Eroi venuti alla ribalta per il loro coraggio delittuoso e vizioso erano inseguiti da voraci lenti di moderne telecamere, e i ragazzini di Tiragalong emulavano i loro eroi televisivi, guidando le loro macchine fatte di fili di metallo con ruote di palle da tennis.
Vum… vum… e beep… beep… le loro macchine andavano per le strade di Tiragalong.

Poi sei arrivato a Hillbrow, Refentše, per vedere tutto con i tuoi occhi, e per inventare la tua storia, se ci riuscivi. Arrivasti a essere un testimone, perché tuo cugino, con il quale stavi andando ad abitare finché non avessi trovato un alloggio studentesco all’Università, stava a Hillbrow, per quanto non esattamente nel centro dell’azione. Perché egli non stava nelle strade principali, Pretoria e Kotze, né Esselen, in qualche modo nota, che correvano tutte parallele l’una all’altra. No! Non stava neanche nella più nota Quartz Street – che collegava perpendicolarmente le tre – che è quello che la gente spesso intende quando dice: «C’è Hillbrow per te!»

Se provieni dal centro città, il modo migliore per arrivare nel posto dove sta il cugino è guidare o camminare attraverso Twist Street, una strada a senso unico che ti porta nel nord della città. Attraversi Wolmarans e tre strade piuttosto oscure, Kapteijn, Ockerse e Pieterse, prima di guidare o camminare oltre Esselen, Kotze e Pretoria Street. Poi attraverserai Van der Merwe e Goldreich Street. Il tuo prossimo scalo è Caroline Street. Vai sull’altro versante di Caroline. Alla tua sinistra c’è Christ Church, “The Bible Centred Church of Christ”, come annunciano le grandi lettere rosse. Sulla tua destra c’è un condominio chiamato Vickers Place. Ti giri alla tua destra, perché l’ingresso a Vickers è in Caroline Street, proprio all’opposto di un altro edificio, Da Gama Court. Se non sei troppo stanco, ignorerai l’ascensore e salirai per le scale fino al quinto piano, dove sta tuo cugino.

Finora, non hai visto nessun inseguimento di macchine né assistito a una sparatoria. Incontrasti persone seminude che la tua guida, originaria dello stesso villaggio di Tiragalong, chiama prostitute. Altrimenti, la cosa che risalta nella tua memoria è il movimento estremamente fitto di persone che vanno in tutte le direzioni di Hillbrow, che sembrano provar piacere alle luci al neon del sobborgo, mentre altri appaiono aver fretta di andare al lavoro – o, sì, al lavoro. Adesso, non eravate in grado di dire che cosa il lavoro fosse. Sapevate, tuttavia, che una guida studentesca alle carriere in Sudafrica non lo avrebbe probabilmente inserito tra le sue voci. Ti stupiva che ci fossero così tante persone gomito a gomito nelle strade alle nove di sera. Quando preparavano i loro pasti e andavano a dormire?
Vickers Place ti colpì come un edificio abbastanza tranquillo. Non ti saresti mai aspettato alcuna tranquillità nella nostra Hillbrow. Ma poi, Caroline Street, dove era situato Vickers, non era al centro di Hillbrow. Il centro era Kotze Street, dove i bazaar OK condividevano il marciapiede con The Fans, pub piuttosto tranquillo, e il più rumoroso The Base. A tagliare perpendicolarmente Kotze c’era Twist Street. Circondato da Twist e Claim Streets, Kotze e Pretoria, c’era Highpoint, il più grande centro commerciale di Hillbrow. Era lì che si trovavano Clicks, Spar, CNA e altri negozi. Era in questo centro che avresti trovato la Standard Bank, con i suoi sportelli per il contante che lampeggiavano Temporaneamente Fuori Servizio, di domenica e durante le vacanze, così come nei giorni settimanali dopo le otto di sera. Volete evitare di essere rapinati? Possibile; ma, nell’operazione, siete costretti a usare a costo extra lo sportello bancomat della First National Bank, all’angolo di Twist e Pretoria, o quello della ABSA, proprio lungo Kotze. Caroline Street non era visibile da questo punto. Né si trovava vicino Catherine Avenue, la frontiera di Hillbrow e Berea, dove i “Checker” erano in competizione per la nostra attenzione finanziaria (quando ne avevamo) con ciò che appariva essere una squallida rivendita di superalcolici terribilmente rumorosa, Jabula Ebusuku; che a sua volta, competeva per il nostro impegno spirituale con il suo vicino, la Universal Kingdom of God. C’era un ulteriore vantaggio per la particolare posizione di Vickers. C’era un’altra filiale di Spar appena due strade più in là, all’angolo di Caroline e Claim Street, così potevi comprare lì i tuoi prodotti di drogheria e altri generi di necessità. Legato in un abbraccio con Spar c’era Sweet Caroline; non il brano musicale di Neil Diamond, ma una melodia differente – un negozio di bottiglie – che leniva l’esaurimento e le papille gustative degli abitanti di Hillbrow in questa parte del nostro mondo. Qui i marciapiedi di cemento, come quelli di Hillbrow interna, pullulavano di commerci irregolari, in forma di banane, mele, cavoli, spinaci e altra frutta e verdura; prodotti di bell’aspetto a prezzi bassi che rendevano l’acquisto di tali prodotti da Spar, Checkers o OK ridicolmente dispendioso. Sì, Quartz Street
correva vicino a Vickers. Infatti, era la prima strada a est di Vickers, e c’era più attività in Quartz che nella stessa Caroline, o Twist e Claim. Tuttavia, il fatto di essere nelle zone quasi vicine al centro di Hillbrow sembrava aver reso questa parte di Quartz più innocua e gradevole – nella misura in cui qualcosa a Hillbrow possa essere l’uno o l’altro – rispetto ai quartieri più interni nella zona suburbana.

La quiete durava per la maggior parte della notte. Tuo cugino, dopo averti ben nutrito, ti ha lasciato solo per andare a letto perché piangevi per l’esaurimento. Anche la tua guida se ne è andata con lui. Stavano andando a vedere Hillbrow, dicevano. Tu dormisti nel letto di tuo cugino. Malgrado le tue ansie ti addormentasti.

Torneranno indietro? ti chiedesti inizialmente. Arriveranno ladri nell’appartamento? E se sì, cosa farò?

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Benvenuti_a_Hillbrow

Parole chiave: Hillbrow – Phawane Mpe – Sudafrica – Letteratura africana