DIARIO EGIZIANO/1 – Almeno dove passa lui puliscono

La Stampa | Mercoledì 3 giugno 2009 | Khaled Al Khamissi |

La visita di Obama ci portera’ qualche beneficio? Personalmente non credo. I vantaggi, in teoria, dovrebbero essere due. Primo, risolvere la questione palestinese, e in questo caso credo che mia zia Bahia, abilissima in cucina, sia molto piu’ brava del presidente. Secondo, Obama potrebbe donarci un po’ della ricchezza dell’America per rendere la nostra vita meno grama. Anche in questo caso credo che fallira’, per il semplice fatto che siamo gia’ un paese ricco sebbene meta’ di noi vivano sotto il livello di poverta’. Se l’America donasse tutti i suoi soldi all’Egitto i ricchi del nostro paese diverrebbero piu’ ricchi e i poveri piu’ poveri, quindi non ci sara’ nessun miglioramento. Questa e’ anche la conseguenza della politica imposta da Washington all’Egitto dal 1974, dopo l’alleanza voluta da Sadat. All’Universita’ del Cairo hanno cosi’ lucidato la cupola dell’aula magna da farla diventare piu’ brillante di un piatto di porcellana nuovo di fabbrica. La’ il presidente Obama terra’ il suo discorso il 4 giugno. Tutti gli egiziani sognano che il corteo dell’illustre ospite passi per le strade del loro rione, in modo che le autorita’ puliscano anche il loro quartiere come accade in molte zone, per evitare che l’ospite non cada in depressione alla vista di tanta sporcizia per le strade. A parte i benefici della pulizia, ci sono alcuni inconvenienti dovuti ai preparativi della visita. L’Universita’, per esempio, e’ stata trasformata in una fortezza. Obama arriva proprio durante il periodo degli esami di fine anno. Alcune facolta’ hanno dovuto rinviarli. Gli studenti di Lettere hanno chiesto il massimo dei voti in nome del principio di reciprocita’. Sostengono che, in circostanze normali, se avessero mancato l’appello del 4 giugno, sarebbero stati bocciati. Ma visto che e’ lo Stato a mandare a monte gli esami, tutti dovrebbero essere promossi automaticamente. Un lettore di un giornale locale ha suggerito agli apparati di sicurezza di dare il via proprio quel giorno a grandi saldi (con sconti fino al 90 per cento). In tal caso i commercianti dovrebbero essere risarciti dal ministero dell’Interno per le perdite subite. Cosi’, ha spiegato il lettore, il governo sara’ sicuro che il popolo non organizzera’ proteste. La gente si chiede se il protocollo esentera’ Obama (e il suo nutrito seguito) dalle misure di controllo sanitario all’aeroporto: gli stranieri che arrivano in Egitto sono sottoposti a un test sull’influenza suina. Si dice che una persona del seguito abbia contratto il morbo del H1N1 quando era con lui a Citta’ del Messico, lo scorso aprile. Obama avra’ una delegazione di un migliaio di persone, lo sostiene il tam tam dei caffe’ del Cairo. Perche’ ha portato con se’ cosi’ tanto personale? Affrontera’ nel suo discorso argomenti come i diritti umani, la democrazia, i diritti della minoranza copta? In ogni caso, sappiamo che sono soltanto espedienti retorici. Davvero la cosa piu’ importante e’ che il corteo di Obama passi per la mia strada. *Scrittore del Cairo, autore di «Taxi» (Edito in Italia da il Sirente)

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